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Aquilotti Forzisti...

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Sabato mattina. Mare. Sole. Aria di estate e di vacanze, di ozio e di piacere. A poche decine di metri dalle tende dei parasole dei lidi, rifugio ombroso alle abbronzate chiappe delle villeggianti e alle orgogliose pance dei vacanzieri impigriti, una parata di giacche, camicie, cravatte, tutte impegnate a darsi importanza: una conferenza politica è in atto e, dentro le sudate camicie, le mosce cravatte e le spiegazzate giacche, qualche raro gattopardo e molte iene e pecore sono impegnati a credersi (o a far finta di credersi) il sale della terra. Ore di blablablare di prolissi vanverieri, e un manipolo di gattopardi giovanotti, guidati dal più nobile di loro, al mondano grido di battaglia “andiamo a farci un gingerino!”, affronta l’uscita e si immerge nella pesciarola giungla di asfalto e (pseudo-)dannunziani pini. Breve è lo cammino, e l’agognata meta (un onesto quisibeve) è in vista. Già però orde popolarecce l’hanno invasa, e lo spazio per estrinsecare l’urbanitas manca. È giunta

Generatore automatico di arringa elettorale beceramente aulica